Affitti, come è cambiato il mercato con il Covid-19

Affitti, come è cambiato il mercato con il Covid-19
2 Febbraio 2021

02Nella storia recente non ci sono precedenti di confronto, quello che è accaduto nell’ultimo anno è stato uno tsunami relativo al calo degli affitti. Le dinamiche sono evidenti, lo smartworking è la didattica a distanza hanno determinato una flessione considerevole della domanda. L’effetto di queste “nuove modalità” di lavoro e studio, hanno sortito come risultato un’offerta decisamente superiore alla domanda.

Oltre a questo, va anche considerato un mercato parallelo che è quello del turismo, sostanzialmente azzerato nel corso del 2020. Di fatto, anche gli affitti turistici hanno subito una flessione davvero importante con conseguenti ribassi specie nelle grandi città. Il calo dei canoni è stato calcolato tra lo 0,2 e lo 0,9% con maggiore evidenza nelle città di Milano, Bologna e Roma.

Come cambia il mercato degli affitti

Alcune previsioni ci offrono una panoramica alquanto significativa. Per esempio, il mercato degli affitti destinati ad una fascia di utenti, diciamo business, ha avuto un incremento della domanda. Tuttavia, questa richiesta è stata motivata da una selezione abitativa di qualità superiore, quindi abitazioni con ottimi arredi e non di meno situate in buone posizioni.

Questo segmento immobiliare probabilmente sarà destinato a crescere nei prossimi mesi anni, quindi una fascia di mercato che può avere ragionevolmente delle prospettive di crescita. In generale la percentuale di chi affitta per motivi di lavoro è scesa del 10%, ad esempio a Milano, ovviamente un effetto del lavoro da casa. Mentre una buona percentuale di questi utenti come abbiamo visto si è proiettata su una qualità immobiliare più elevata, motivando anche l’introduzione di nuovi servizi come l’accesso ad Internet ed una postazione di lavoro.

Frena lo short rent, evoluzione di forza maggiore

Cosa sta succedendo al classico affitto turistico? Ovviamente senza turisti un cambio repentino non è solo una scelta ma una necessità, ed è così, infatti, che il mercato seppur temporaneamente cambia.

Con la pandemia ci si è trovati di fronte ad una scelta importante, specie per i proprietari che hanno investito in immobili proprio per il settore turistico tristemente azzerato. Per cui, i proprietari in questo nefasto frangente, hanno optato per il “contratto transitorio”, con la chiara intenzione di rendere disponibili gli immobili per periodi più lunghi ma con la possibilità di ritornare presto alla vocazione iniziale non appena la crisi sia termina.

In buona sostanza stiamo assistendo ad un mutamento, in questo caso non dettato dal mercato ma dalla necessità di far quadrare i conti e soprattutto di tenere a reddito gli investimenti. Quanto durerà? Difficile saperlo, ma un fatto è certo, appena riparte il mercato turistico di sicuro ci sarà una mutazione inversa!

Nota a margine per l’Agente immobiliare. Oltre la professionalità dimostrata in questi ultimi anni, va da sé che con la mutevolezza del mercato diventata fluida, anche l’Agente immobiliare deve approcciare ad una nuova “filosofia” di cambi dell’offerta per non restare indietro rispetto al mercato. La formazione da questo punto di vista deve esser considerata un punto di partenza e non di arrivo, il mondo cambia e non saper cogliere questi mutamenti può diventare un grossolano errore da evitare.

Tratto da il Sole 24 Ore

 


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